Una speranza per il futuro

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo (Romani 8:18) 

Mi stavo sedendo per scrivere questo studio quando mi è arrivato un messaggio da parte di mia madre riguardo ad un’amica di famiglia che purtroppo da lì a poche ore sarebbe morta di cancro. Immediatamente ho pensato ai suoi bambini, ai nipoti, al marito e al dolore che presto essi avrebbero dovuto affrontare. 

Mentre la tristezza mi crollava addosso, ho aperto la Bibbia in Romani 8:18-25 e ho trovato conforto nel sapere che la sofferenza che la nostra amica stava in quel momento provando, non era paragonabile alla gloria che ella avrebbe visto nel momento in cui si sarebbe trovata faccia a faccia con Gesù per la prima volta. Ho iniziato a pensare al suo amore per il canto e a quanto da bambina mi piaceva sedere nelle prime file, proprio di fronte a lei, per poterla ascoltare. Ho immaginato di sentirla lodare il Signore con un nuovo corpo completamente guarito e riscattato. Ho immaginato come sarebbe stata assai più incantevole di quanto io l’abbia mai potuta vedere da bambina. Che momento meraviglioso sarebbe stato di lì a poco! 

Ero consapevole che la famiglia della nostra amica stava provando in quel momento un dolore, una perdita e una sofferenza tangibile. Era difficile e devastante. 

La verità è che la sofferenza è un’esperienza che l’uomo non può evitare di provare. Fa parte della vita terrena in cui il peccato e la sofferenza sono reali, ma il magnifico racconto della Bibbia narra che il Dio dell’universo ha scelto di aprire una via affinché tutti noi potessimo essere salvati. In Romani 8 è scritto che, fino alla completa redenzione, noi e tutta la creazione dobbiamo sopportare la sofferenza. 

Nellattesa della liberazione dalla sofferenza, cosa facciamo? 

In Romani 8:24-25 è scritto che, “Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza”. (l’enfasi è mia) 

Vedi la stessa cosa che vedo anche io? Le Scritture ci dicono che mentre aspettiamo soffriamo ma, al tempo stesso speriamo. 

Oggi, mentre scrivo queste parole, prego ardentemente per quella famiglia che sta salutando per l’ultima volta una persona cara, e non posso fare a meno di pensare a quella speranza. I giorni e le settimane successive saranno pieni di dolore ma, sebbene i credenti soffrano, sono persone che hanno una speranza (1 Tessalonicesi 4:13-18). 

Questo passo ci ricorda che coloro che sono stati adottati nella famiglia di Dio, hanno una speranza tale che sebbene la sofferenza sia dolorosa e reale, non è paragonabile al giorno in cui Dio, come ha promesso, renderà nuove tutte le cose e asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi (Apocalisse 21:3-5). Questo momento glorioso, quando Cristo verrà, è ciò che speriamo nei nostri giorni più bui. Speriamo in un giorno che ancora non abbiamo visto, ma sappiamo che arriverà perché il nostro Dio è veritiero e fedele. Mantiene le Sue promesse ed è sempre puntuale. 

Quando il nostro mondo cade a pezzi, quando riceviamo una diagnosi sconvolgente, quando i membri della nostra famiglia ci feriscono, o quando dobbiamo dire addio ad una persona cara, sappiamo che la nostra sofferenza non è paragonabile al giorno in cui Cristo renderà nuove tutte le cose e asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi. Tutto questo non è paragonabile al vedere faccia a faccia il nostro grande Redentore e adorarlo per sempre. 

Sebbene sia una speranza che non possiamo vedere con i nostri occhi, sappiamo che, come ci è stato promesso, è vera (Apocalisse 21:5). Amiche mie, qualunque cosa stiate affrontando oggi, spero che possiate trovare conforto in Dio, Colui che ci redime e che sta per ritornare. Spero che possiate trovare la speranza nella salvezza eterna, mentre aspettiamo le cose che non si possono vedere. 

Brittany Salmon 

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