Una speranza invisibile

Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili.
(Romani 8:26)

I momenti più significativi della mia crescita spirituale con Dio sono scaturiti dalle valli più oscure della mia vita. Quando la mia esistenza è stata sconvolta e non avevo idea di come andare avanti, quando i lutti sono piombati nella mia vita in modo inaspettato o quando non ho più riconosciuto la donna che vedevo riflessa nello specchio, ognuno di questi momenti si è trasformato in un appuntamento intimo con Dio.

Quando ero annientata, senza assolutamente niente da dare o da perdere, Dio era con me. Quando non potevo più neanche pensare alle parole da dire, le mie preghiere sono diventate più oneste che mai. Dovevo avere fede e speranza in qualcosa che non potevo vedere perché ogni cosa di fronte a me era come svanita. Ma Dio è stato fedele nel camminare con me in mezzo a quelle valli oscure, permettendo quei momenti per la mia guarigione e la Sua gloria, perché nella valle oscura successiva potessi ricordare dove riporre la mia speranza e il mio futuro.

Nella nostra lettura di oggi, Paolo sta scrivendo ai credenti a Roma e si prende del tempo per ricordare a loro, e a noi, che Dio compie cose che gli umani non possono compiere. Inviando Suo Figlio a morire per i nostri peccati, con un sacrificio completamente puro e il solo in grado di pagare il debito del mondo, il nostro peccato può essere completamente perdonato. Come credenti, adesso abbiamo accesso allo Spirito Santo, che ci testimonia continuamente che siamo figlie di Dio e destinatarie del magnifico dono della salvezza.

Paolo sottolinea che la nostra risposta, una volta che abbiamo deciso di seguire Cristo, deve essere quella di vivere diversamente dal resto del mondo. Non seguiamo i desideri della carne, non ci facciamo carico dei problemi cercando di risolverli con le nostre proprie forze ma seguiamo quello che Dio ci chiede di fare. Non siamo più schiave ma siamo figlie e questa nuova relazione ci porta speranza e futuro.

Una vita vissuta per Dio, però, non è esente dalla sofferenza e dal sacrificio (Romani 8:17).

Ci sono molte cose buone che Dio promette, ma non ci viene mai promessa una vita sicura, facile e comoda. Tuttavia, Dio ha un piano anche per questo. Paolo scrive che la nostra sofferenza non è mai inutile ma ha un proposito ed esso è radicato nella speranza per tutti coloro che hanno scelto di abbandonare la schiavitù del mondo per la libertà di Cristo. Infatti, abbiamo qualcosa di glorioso verso cui guardare: l’eternità con Dio dove le sofferenze saranno cancellate, le ferite guarite e le ceneri trasformate in bellezza assoluta. Questo mondo potrà essere testimone del modo in cui affrontiamo la sofferenza con onestà e speranza e questo potrebbe diventare l’unica cosa che potrebbe spingere qualcuno a desiderare una relazione con Dio.

Anche la nostra attesa ha uno scopo. Infatti, Dio l’ha pensata come un’opportunità per noi di esercitare la pazienza fino al giorno in cui le Sue promesse saranno compiute totalmente. Nell’attesa, abbiamo a disposizione lo Spirito Santo, il quale conosce il nostro cuore, intercede in nostro favore quando non troviamo le parole per pregare o quando il nostro cuore è appesantito e angosciato da qualcosa. La gioia verrà al mattino ma fino a che quel momento, mentre aspettiamo, soffriamo  e invochiamo il nostro Signore, abbiamo il privilegio di riposare su questa verità:

“Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.”
(Romani 8:37-39)

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