Un cuore grato

A volte i bambini sono i nostri migliori insegnanti. Un’innocente preghiera fatta prima di andare a dormire potrebbe contenere le seguenti parole, “Grazie per Coco (il nostro cane), per avermi dato spazio per correre, grazie per le gambe, le scarpe, il sole e per la coccinella che ho trovato sulla foglia, e per la foglia, e per tutti gli animali e…” Quelle contorte preghiere fatte prima di dormire possono venirmi in aiuto per analizzare il mio atteggiamento e realizzare che spesso sono troppo occupata per notare i dettagli, e men che meno per ringraziare il Signore per avermeli fatti notare.

GRATITUDINE. Sia il mondo secolare sia quello cristiano concordano (ed è raro che siano in accordo!) che la gratitudine è importante.

Che cos’è la gratitudine? Il dizionario di Oxford Languages ​​la definisce come “la qualità dell’essere grati; disponibilità a mostrare apprezzamento e a ricambiare gentilezza”.

Quindi, perché la gratitudine è importante?

Molti studi scientifici hanno analizzato la gratitudine nel corso degli ultimi decenni. Puoi approfondire questa ricerca se ti interessa, ma hanno dimostrato che esercitare la gratitudine migliora numerose aree nella vita di una persona, tra cui (ma non solo): aumenta l’autostima, aumenta la felicità, migliorare le relazioni sociali e il supporto, diminuisce la depressione e migliora la salute fisica.

Il Salmo 116 è una preghiera di ringraziamento. Il salmista giura al Signore il suo amore e la sua lealtà e racconta come Dio lo ha salvato da gravi circostanze. In risposta alla bontà e alla fedeltà di Dio, il salmista chiede: “Che potrò ricambiare al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Io alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Scioglierò i miei voti al Signore e lo farò in presenza di tutto il suo popolo.” (Salmo 116:12–14). Non possiamo guadagnarci o ripagare i doni che Dio ci ha fatto nella nostra vita, ma possiamo accettarli e mostrargli gratitudine con le nostre parole e azioni.

È interessante notare che il Salmo 116 rientra nell’Hallel ebraico (che comprende i Salmi dal 113 al 118). Come parte della tradizione ebraica, questi Salmi venivano recitati durante la festa della Pasqua. Sia in Matteo 26:30 sia in Marco 14:26 vengono riportati episodi in cui Gesù e i discepoli cantarono un inno dopo aver terminato l’ultima cena e la loro prima santa cena, prima di recarsi sul Monte degli Ulivi. In quei versetti non viene specificato di quale inno si trattasse ma, in base al periodo della cena pasquale e alla tradizione ebraica, si può pensare che stessero recitando il Salmo 116. Fermati e rifletti su questo: pur sapendo che la sua crocifissione era imminente, Gesù riuscì comunque a esprimere la Sua gratitudine.

In tutta la Scrittura troviamo istruzioni sull’essere grate. Alcuni giorni ci è più facile ma, se vogliamo essere oneste, in altri invece ci riesce più difficile. Come posso ringraziare Dio per la morte di qualcuno, per un divorzio o per un disastro naturale? Non comprendo il perché celato dietro molte delle situazioni che accadono, pertanto, quando mi trovo a vivere momenti terribili, confusi e tragici, prego usando le parole presenti nelle Scritture e le verità di chi Dio dice di essere. Per esempio, in Deuteronomio 31:8 è scritto, “Il Signore cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo.” A prescindere dalle situazioni che vivo, sia che siano buone o meno, sono grata che Dio sarà al mio fianco. Prego utilizzando le stesse parole divine di Dio e proclamo la loro verità.

Mi piace paragonare la gratitudine a un muscolo; diventa più forte con la pratica. Sa memorizzare i movimenti che, a mano a mano che li ripetiamo, diventano sempre più automatici. Impegniamoci ad essere grate così come ci impegniamo ad andare in palestra o ad allenarci per una gara.

Preghiamo di avere cuori grati e lavoriamo su noi stesse per essere intenzionalmente grate. Siamo un popolo scelto e benedetto. La grazia e la misericordia di Dio sono nei miracoli – e nei dettagli.

 

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