Quanto tempo ci vuole, Signore?

Un bel giorno, prima dell’ora di pranzo, abbiamo preparato la macchina nella soleggiata Florida del Sud e abbiamo iniziato il lungo viaggio per andare a trovare zia Beth in montagna. Non molto dopo l’inizio del viaggio, ho sentito una voce forte che ringhiava da un piccolo corpo legato al sedile posteriore dell’auto: “Ci stiamo mettendo troppo tempo!”.  

Avevamo guidato circa 90 minuti delle nostre prossime 13 ore di viaggio. Dovevo sorridere anche se avrei voluto poter far comprendere la mia prospettiva al bambino infelice di cui dovevo prendermi cura, ma sapevo che non sarebbe stato pronto a modificare il suo pensiero. Quindi, ho semplicemente acceso la radio su una canzone di adorazione che gli piaceva e ho suggerito: “Perché non cantiamo mentre aspettiamo?” Dopo alcuni minuti di ostinata resistenza si è arreso ad unirsi alla mia improvvisata lode e ha lasciato che la melodia lavasse via il suo dispiacere. Con un sorriso di nuovo sul volto, ha cantato: “Grazie, Signore, per avermi salvato”.  

Confesso che ho gridato e richiesto a Dio: “Quanto tempo ci vuole?” più di una volta nell’ultimo anno. Vorrei poter sapere solo un piccolo assaggio della Sua prospettiva eterna. Forse mi aiuterebbe a capire perché ha permesso che accadessero alla nostra famiglia cose molto dure. ì

Forse, come me, hai pregato affinché Dio cambiasse le cose nella tua vita, e le tue peggiori paure sono diventate realtà. Ti senti come se Dio ti avesse costretto a fare a un viaggio che non avresti mai voluto fare, e ti chiedi perché lo abbia permesso. Come il salmista, potresti essere consumata dalla preoccupazione e ti chiedi se Dio ascolta le tue preghiere.

Sorella, quando camminiamo con Dio non siamo mai sole – anche quando siamo accecate dal nostro dolore. Seguiamo il modello che troviamo qui nel Salmo 13 affinché ci aiuti a trovare la nostra strada:  

“Per quanto tempo ancora, Signore, continuerai ad ignorarmi?”  

Per prima cosa, portiamo le nostre domande a Dio. Invece di tenere il broncio e rimanere in silenzio, possiamo essere oneste con Dio sulle nostre emozioni. Lui vede i nostri cuori e conosce il nostro dolore. Solo il Padre delle misericordie può veramente portarci conforto. Quindi, invece di chiamare il nostro migliore amico per sfogarci o guardare la televisione per distrarci, possiamo portare la nostra angoscia al trono di Dio. 

“Guardami! Rispondimi, o Mio Signore!”

Poi, chiediamo a Dio un aiuto soprannaturale. Se cerchiamo di risolvere i nostri problemi da sole, il nostro dolore diventerà solo più profondo. Invece, dobbiamo guardare solo a Dio per le nostre risposte. Solo Lui può ravvivare le nostre anime e liberarci dalla nostra angoscia. Quando ci rendiamo conto che non possiamo “risolverlo” da sole, cadiamo ai Suoi piedi e preghiamo che l’Onnipotente intervenga a nostro favore.  

“Ma io credo nella Tua fedeltà.” 

Infine, ricordiamo a noi stesse qual è la verità. Le nostre circostanze possono cambiare, ma il nostro Dio ha il controllo. Egli è fedele. In ogni momento, abbiamo un motivo per gioire e lodare il Suo nome perché è un Dio che salva. Ci ha salvati dal peccato e dalla morte e ogni giorno combatte per noi. Il nostro Dio Padre otterrà la vittoria e vincerà il nemico alla fine. 

Oggi non abbiamo bisogno di nascondere a Dio come ci sentiamo veramente. Lui ci conosce, e noi possiamo rivolgergli i nostri cuori e confidare che Lui ci ascolti. Il Suo silenzio non è la Sua assenza. Non saremo scosse dai progetti del nemico perché Dio ci terrà in piedi. Presto ci darà una nuova canzone da cantare.   

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