Il mondo saprà

Il brano di oggi ci riporta in quella stanza dove Gesù si è seduto con i Suoi discepoli la notte in cui fu arrestato. Consapevole di chi Egli era, sapendo quello che stava per succedere e quello che era necessario che Egli compisse, Gesù pregò. Pregò per sé stesso perché potesse completare l’opera per cui era stato mandato. Pregò che Dio fosse glorificato in tutto ciò e chiese al Padre di poter riavere la gloria eterna in cielo. Poi, pregò per i Suoi discepoli affinché fossero separati dal mondo, al sicuro e protetti. In quella preghiera, Gesù pregò anche per me, per te e per ogni credente che condivide con gli altri la Buona Notizia del Vangelo attraverso l’amore e l’unità. 

“Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.” Giovanni 17.22-23 

Questa è una preghiera bellissima, ancora più straordinaria se pensiamo agli uomini che erano seduti attorno a Gesù. Gesù conosceva bene colui che l’avrebbe tradito e colui che l’avrebbe rinnegato. Egli sapeva che avrebbero dubitato dell’autenticità della resurrezione fino a quando non avrebbero visto con i propri occhi e contemplato le prove di essa. Gesù sapeva che avrebbero avuto bisogno di sapere quanto fossero amati, così come ne abbiamo bisogno noi oggi. 

Qualche giorno fa ero in camera di mia figlia per parlare di alcune difficoltà che ella aveva avuto con una compagna di classe. Si erano dette alcune parole cattive, si erano sentite trascurate, sopraffatte dalle regole insidiose (e surreali) della scuola elementare le quali sembravano non permettere a nessuno di avere più di un’amica alla volta. L’ascoltai attentamente, condivisi con lei alcune difficoltà che anche io avevo avuto con delle amiche e poi le chiesi se potevo pregare per la sua compagna di classe. 

Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da parte di mia figlia! Fu devastata da questa mia richiesta! Iniziò a piangere a dirotto dicendo che certamente avrei potuto pregare ma non per la bambina che era stata cattiva con lei. Nella sua testa, pregare per l’altra bambina significava aver scelto di credere alla sua versione e che io fossi più interessata alla sua compagna di classe che a lei. Nella sua sofferenza, mia figlia non poteva guardare che a sé stessa soltanto.  

Tuttavia, la resurrezione cambia ogni cosa! Non siamo più nemiche di Dio ma donne che amano nel modo in cui Cristo ci ha amate. Non veniamo più messe da parte ma siamo chiamate per nome e Cristo stesso prega per noi senza nessuna esitazione. Possiamo sperimentare la gioia e la libertà che provengono dallo scegliere l’unità piuttosto che la discordia perché abbiamo una prospettiva eterna. Sappiamo che l’eternità con Gesù è più importante del mostrare favoritismi, del provocare dispute o del nutrire il nostro orgoglio. Possiamo pregare per coloro che ci deludono e ci feriscono perché sappiamo quanto siamo stati perdonati da Cristo e siamo consapevoli che il nostro amore potrebbe essere la testimonianza più forte di tutto il resto. 

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