Figlie di incoraggiamento

Ti è mai capitato che ti venisse dato un soprannome oppure un nomignolo dalla famiglia o dai tuoi amici? A volte può essere semplicemente un’abbreviazione del tuo nome, oppure un aggettivo che descrive la tua personalità o alcuni aspetti del tuo carattere.

In Atti 4 viene raccontata la storia di un uomo di nome Giuseppe a cui venne dato un soprannome. Gli apostoli lo chiamavano Barnaba, che significa “figlio di consolazione”. Quanto sarebbe bello essere così noti per l’incoraggiamento che offriamo agli altri, al punto da essere chiamati “Barnaba” da chi ci conosce?

L’incoraggiamento è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno ed è molto più grande e profondo del ricevere parole positive su noi stesse che aumentano la nostra autostima. È più di un allenatore che si rivolge ai giocatori di football dicendo: “Potete farcela”. Ricordo di aver sentito un predicatore descrivere l’incoraggiamento come “ossigeno per la nostra anima”. È vitale!                                                                                                                                 

L’idea biblica di incoraggiamento è quella di confortare, esortare, spronare e rafforzare. Quanto ognuna di noi ha bisogno di uno stimolo spirituale profondo e duraturo, di parole di verità e di sostegno, di fiducia e di speranza, date da coloro che camminano al nostro fianco durante il nostro cammino di fede.

Nella lettera ai Tessalonicesi scritta dall’apostolo Paolo, il contesto in cui li invita a incoraggiarsi a vicenda è quello del ritorno del Signore, o del Giorno del Signore, come lo chiama qui. È un messaggio attuale anche per noi, quindi faremo bene a prestare ascolto all’esortazione e al consiglio di Paolo! Iniziò l’esortazione dichiarando che Gesù sta per tornare e, sebbene non sappiamo quando, non dobbiamo preoccuparci di date e orari, ma dobbiamo essere preparate e pronte.                                                                                                                               

Allora, come possiamo incoraggiarci a vicenda per essere pronte?

Paolo ci parla della nostra identità: non siamo più quelle di una volta, ma siamo “figli di luce e figli del giorno”. Inoltre, Paolo esortò i credenti di Efeso ad agire allo stesso modo quando scrisse, “Perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce – poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità – esaminando che cosa sia gradito al Signore.” (Efesini 5:8-10).

Il nostro mondo è un luogo oscuro, a livello sia spirituale sia morale, ma siamo chiamate a incoraggiarci a vicenda a vivere in contrasto, alla luce della bontà e della verità di Dio, facendo risplendere la luce di Cristo mentre condividiamo la speranza che abbiamo in Lui. 

Mentre ci prepariamo al ritorno di Gesù, dobbiamo essere sveglie e attente, sensibili e serie nel vivere vite che riflettano il nostro Re che sta tornando. Può essere difficile vivere in questo mondo, pertanto abbiamo bisogno di avere una protezione contro il nemico. Di conseguenza, Paolo ci esorta a dotarci dell’armatura che Dio mette a disposizione del Suo popolo. In Efesini 6, Paolo descrive in dettaglio l’armatura completa che dovremmo indossare quotidianamente, ma per il momento fa riferimento solamente alla corazza e all’elmo.                                                                                                                                                                                   

La corazza copre gli organi vitali: è un richiamo alla necessità di custodire il proprio cuore, di equipaggiarsi con la fede, di credere e di appoggiarci alla verità e alle promesse di Dio, al Suo amore verso di noi e verso coloro che vivono nelle tenebre e che ancora non conoscono Gesù come Salvatore e Signore.                 

Dobbiamo anche indossare l’elmo che è la nostra speranza di salvezza, passata, presente e futura! Le nostre menti sono sottoposte agli attacchi dei dardi infuocati di Satana, il leone che ci gira attorno, il padre della menzogna e l’accusatore del popolo di Dio. È fondamentale indossare l’elmo della salvezza per proteggere la nostra mente da tali tipi di attacchi che sono reali e personali.                  

Il concetto di indossare un’armatura richiama alla mente l’immagine di un soldato dell’esercito. Paolo scrive di incoraggiarci ed edificarci all’interno del contesto della comunità. Non è forse bello sapere che, quando facciamo parte della famiglia di Dio, Egli ci dà sorelle e fratelli per non farci affrontare da sole le battaglie di questo mondo? È profondamente incoraggiante avere la certezza che Dio ci dona il Suo Spirito e il Suo popolo affinché camminino al nostro fianco nella vita di fede: per affrontare gli alti e i bassi, le gioie e i dolori, le migliori esperienze e le valli oscure della prova e della sofferenza, camminiamo le une con le altre.

Per chi sei grata oggi? Chi è stato un “Barnaba” nella tua vita durante i momenti più bui, o che ha festeggiato e gioito con te nei giorni migliori? Perché non ci prendiamo qualche minuto per ringraziare Dio per la loro vita e, magari, potremmo inviare loro un messaggio o un biglietto per far sapere loro che enorme benedizione sono per noi?

O forse Dio ti sta chiedendo di sostenere, confortare, incoraggiare e far risplendere la Sua luce e la Sua bontà nella vita di qualcuno in questo momento? 

Gesù sta per tornare e, fino a quel giorno, siamo chiamate a:

Incoraggiarci a vicenda: parlare di speranza e verità!                                                                                                                                     Vivere come figlie della luce in questo mondo oscuro: risplendere!
Custodire i nostri cuori e le nostre menti: indossare l’armatura!
Spronarci a vicenda verso la santità e la pietà: edificarci a vicenda!
Continuare a guardare in alto, con fiducia e speranza:
fissare gli occhi su Gesù, che presto tornerà!

Amen. Vieni, Signore Gesù, vieni.

 

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