E se non va come vorremmo?

Ho una sorella più giovane: bella, generosa, con dei capelli bellissimi… oh, che capelli!

Lei attraversa mari e monti per trovare il regalo perfetto per le amiche, difficilmente dice di no quando c’è da aiutare qualcuno e dimostra di amare Cristo in ogni cosa che fa.

Tuttavia, la sua ultima estate non è andata come avrebbe voluto.

Ad aprile scorso è stato diagnosticato un cancro alla sua bambina di soli sei anni. E’ stato necessario un ciclo di chemioterapia molto aggressivo durato quattro mesi e per questo si è dovuta trasferire in un altro stato per essere più vicina all’ospedale e alla famiglia. Inoltre, ha dovuto organizzare bene il suo tempo dividendolo fra l’ospedale, il proprio lavoro e gli altri due figli, dormendo così poco che chiunque sarebbe potuto soccombere. Il cancro ha destabilizzato in un attimo tutte le comodità e la sicurezza della sua vita che tante volte anche noi diamo per scontato.

Non dimenticherò mai il giorno in cui mi ha chiamata per dirmelo. Non riuscivo a smettere di piangere mentre lei mi consolava dall’altra parte del telefono, dicendomi che Dio è buono. Ecco, lei è fatta esattamente così!

Avrebbe potuto certamente permettere alla paura, al risentimento, alla rabbia, all’esaurimento e all’orgoglio di prendere il sopravvento. E come avresti potuto biasimarla? Ogni volta che parlavo con lei, però, mi si presentava di fronte sempre qualcosa di assolutamente controcorrente. Qual era stata la risposta a quello che nella vita non avrebbe mai desiderato?

Lodava Dio e si prodigava per gli altri.

Ha condiviso pubblicamente la sua fede in modo coraggioso, distogliendo l’attenzione da se stessa per indirizzarla verso Cristo. Ha riempito la sua mente con la Parola di Dio e ha continuato a ringraziare prova dopo prova. Il suo viso ha sempre trasmesso gioia a dimostrazione della sua completa fede nel Dio potente. Ha sacrificato se stessa in quella camera di ospedale giorno e notte e ha speso ogni suo momento libero per raccogliere dozzine di doni per incoraggiare altri piccoli pazienti di quel reparto e le loro famiglie.

Ha donato se stessa ogni momento, perché, come serva di Cristo, sapeva che la sua vita avrebbe avuto un significato solo se spesa per gli altri.

Sai qual è la cosa più bella di tutto questo? Quando le ho chiesto di poter condividere la sua storia con voi, la sua unica richiesta è stata: “Fai in modo che non si parli troppo di me ma che si parli di Cristo: che sia innalzato solo il Suo nome!”

“Fa’ che non si parli troppo di me.” … wow!

Ester capitolo 1 narra una storia ben diversa. La vita del re Assuero girava completamente intorno a se stesso:

“e per molti giorni, per centottanta giorni, mostrò le ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza. ” (Ester 1.4)

Il suo regno,

La sua maestà,

Il suo nome.

Ma quando i suoi piani, il suo potere e la sua notorietà non gli hanno concesso quello che voleva, cos’è successo?

“Ma quando gli eunuchi riferirono l’ordine del re alla regina Vasti, lei rifiutò di venire. Il re ne fu irritatissimo, e l’ira divampò in lui.” (Ester 1,12)

Si, prendeva tutto quello che voleva, con la forza!

Sono una persona che desidera avere sempre tutto in ordine. Amo tutto ciò che è prevedibile. Provo moltissima soddisfazione quando un buon piano si compie nel modo migliore.

Tutto questo mi fa sentire sicura, responsabile, con il pieno controllo, non troppo agitata e spesso mi salva la reputazione.

Ma quando le cose non vanno come avevo previsto, come reagisco? Lodo comunque Dio e servo gli altri o mi rifugio e cado preda dell’ira?

Il mondo ci dirà di non abbandonare la paura, il risentimento, la rabbia, il senso di esaurimento e l’orgoglio. Ci dirà di combattere per la nostra comodità e la nostra reputazione. Ci dirà di tentare sempre di elevare noi stessi e ingrandire il nostro ‘regno’ a tutti i costi.

Come serve di Dio, invece, siamo chiamate ad uno standard differente. Siamo chiamate ad accogliere la sovranità di Dio anche se le circostanze non sono quelle ideali. Dio ci chiama ad essere una luce in un mondo che ha disperatamente bisogno di vedere Gesù. Egli ci chiama a donare la nostra vita perché il nome del nostro Salvatore sia innalzato.

Dio, aiutami a focalizzarmi sulla verità piuttosto che sui problemi.

Aiutami a ringraziare piuttosto che a rifugiarmi nella paura.

Aiutami a scegliere la gioia piuttosto che l’amarezza.

Aiutami a confidare nel Tuo potere piuttosto che nei miei piani.

Aiutami ad innalzare il Tuo nome piuttosto che il mio.

E quando poi qualcuno racconterà la mia storia, che non riguardi mai me, ma Te!

“Non a noi, o SIGNORE,
non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per la tua bontà e per la tua fedeltà!” Salmo 115,1

Ai Suoi piedi,

Parliamone: ci sono delle difficoltà nella tua vita che ti incitano a reagire in un certo modo? Come puoi rispondere in modo da dare gloria a Dio?

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