Ciò che non possiamo perdere

Ho scoperto che quando ho fame diminuisce la mia capacità di prendere decisioni. Ovviamente non sono la sola, dal momento che alcune ricerche hanno dimostrato che andare a fare la spesa quando si ha fame porta le persone a comprare più alimenti ad alto contenuto calorico rispetto a quanto farebbero se avessero lo stomaco pieno. Pare che anche Esaù avesse questo problema, poiché, in un momento in cui aveva fame, prese una terribile decisione!

Possiamo vedere come inizia a formarsi la genealogia che porta a Cristo. Parte da Abramo, passa per Isacco e per uno dei suoi figli, ma quale? 

Isacco sposò Rebecca e dopo 20 anni di matrimonio e preghiera, Dio li benedì con due gemelli! Ma prima ancora che nascessero, tra loro, ci fu rivalità. Mentre Rebecca era incinta, Dio le disse che portava in grembo due nazioni e che il maggiore avrebbe servito il minore.

Quando i due bambini crebbero, divennero uomini molto diversi tra loro. In Irlanda del Nord, per enfatizzare le differenze, utilizziamo l’espressione “Sono come gesso e formaggio!” Esaù, il figlio maggiore, era un cacciatore e aveva i capelli rossi. Sembrava avere un carattere selvaggio e, mosso dalle emozioni, parlava senza riflettere. Mentre Giacobbe, il figlio minore, aveva un carattere mite ed era più civile; un uomo intelligente che rifletteva prima di parlare. Coglieva tutte le opportunità che gli capitavano, viveva tra le tende e preferiva cucinare invece di cacciare. 

Un giorno Esaù tornò a casa molto affamato. La buona notizia è che Giacobbe stava cucinando una minestra di lenticchie rosse. Giacobbe colse al volo l’opportunità e chiese a Esaù di vendergli la sua primogenitura in cambio di una ciotola di minestra. Sorprendentemente Esaù acconsentì, ma non era solamente un essere d’accordo tipo, “Ok, come ti pare”. Giacobbe lo fece giurare. 

Quando gli venne offerta la possibilità di scegliere tra una singola ciotola di minestra, per soddisfare i suoi bisogni immediati, o la sua primogenitura, ovvero una promessa futura per lui e i suoi discendenti, Esaù fu ben felice di scegliere la ciotola di minestra. In Ebrei 12:16 leggiamo che le azioni di Esaù vengono utilizzate come avvertimento ed egli viene descritto come un uomo immorale e profano per aver venduto la sua primogenitura in cambio di un singolo pasto. 

Leggendo questa storia possiamo vedere la stoltezza di Esaù nello scegliere un’immediata soddisfazione personale piuttosto che un valore eterno. Tuttavia, prima di giudicare troppo duramente il comportamento di Esaù… noi come cristiane non facciamo lo stesso tipo di scelte insensate quando diamo più valore alle cose e ai piaceri di questo mondo rispetto a tutto ciò che abbiamo in Cristo? Ci sono tante cose buone in questo mondo. Dopotutto le ha create Dio. Dio ci ha affidato tutte le cose che abbiamo e si fida di noi affinché possiamo portargli gloria attraverso di esse. Ma cosa succede se la nostra attenzione e il nostro tempo sono incentrati sul guadagnare più soldi, comprare più cose, avere una casa più grande o una macchina più potente, piuttosto che sul camminare con Dio e fare la Sua volontà? Quale tra queste cose durerà in eterno? 

Il missionario americano Jim Elliot scrisse, “Non è un matto colui che dà quello che non può tenere per guadagnare quello che non può perdere.” Lui sa che ogni cosa che questo mondo offre, seppur a volte possa sembrare desiderabile, è comunque vuota – la nuova creazione promessa da Dio ha di gran lunga molto più valore. Il desiderio di Jim Elliot era che le persone di qualunque nazione, tribù o lingua conoscessero il Signore e, a motivo di questo desiderio, Jim e i suoi amici morirono. Tuttavia, come un seme piantato nel terreno, nel tempo molte persone (inclusa sua moglie) furono in grado di guidare nella fede molte delle tribù per le quali avevano sperato che conoscessero il Signore. 

La storia di Esaù è un avvertimento per noi tutte. Non dobbiamo tenerci strette le cose di questo mondo che un giorno finiranno, ma i nostri cuori devono essere inclini alle cose che dureranno per l’eternità. Nella parabola del seminatore che leggiamo in Luca 8:14-15, Gesù ci sta anche avvertendo che, “Quello che è caduto tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità. E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza.”

 

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