La pace che non è di questo mondo

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.
(Giovanni 14,27)

La portiera della macchina si era appena chiusa e delle lacrime incontrollabili iniziarono a scorrere sulle mie guance. Se io ero appena riuscita ad affrontare la mattina in chiesa, una mamma così addolorata come avrebbe potuto affrontare la giornata?

Quel bambino aveva solo nove anni ed era pieno di vita.

Nove anni, come mio figlio più piccolo. Sembrava ieri che con sua madre parlottavamo a voce bassa camminando nella nursery della chiesa, cercando di non alzare troppo la voce per non disturbare il sonno dei nostri piccoli che dormivano l’uno accanto all’altro. Settimana dopo settimana cullavamo i nostri bambini, ci facevamo visita e ci prendevamo cura dei nostri neonati.

Non pensavamo di ritrovarci lì in un giorno come quello.

L’incidente, l’ambulanza, le nostre grida disperate, la sua morte così inaspettata…

Ma, anche nel dolore più profondo, lei aveva una pace che non è di questo mondo.

E il mondo sapeva che c’era qualcosa di diverso in lei.

A colui che è fermo nei suoi sentimenti
tu conservi la pace, la pace,
perché in te confida.”
(Isaia 26,3)

Ero seduta accanto a lei quando il dottore aveva confermato la diagnosi peggiore. Il cancro era tornato e il percorso da fare sembrava davvero difficile da affrontare. Seguì una profonda discussione sulle diverse opzioni, sui tempi di cura e su milioni di altre incognite. Ricordo di essere rimasta a bocca aperta…

Sbalordita dalla pace che sorpassa ogni intendimento.

Una pace al di là di ogni umana comprensione riempì quella sala d’ospedale così affollata, perché aveva dapprima riempito lei.. e lei era ripiena di Dio.

Lei si era focalizzata sulla verità piuttosto che sul problema.

Aveva ringraziato invece di avere paura.

Aveva confidato nel Suo potere piuttosto che nei propri piani.

Aveva innalzato il Suo nome invece di esaltare se stessa.

E il mondo sapeva che c’era qualcosa di diverso in lei.

Lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. ” (Giovanni 14,17-18)

Nella sua famiglia, in casa, in chiesa, per strada, sul luogo di lavoro e ovunque si trovasse, le sue circostanze non definivano la sua identità. Il Suo Dio lo faceva. Per il Suo grande potere, quella donna poteva rispondere ai problemi della vita con una grazia non comune e una speranza incomprensibile.

Non perché fosse passiva, ma perché era piena di pace. Non perché fosse perfetta, ma perché era stata trasformata da Chi era perfetto.

Sapeva che Dio era dalla sua parte.

Sapeva che Dio non l’avrebbe mai lasciata.

Sapeva che Dio l’avrebbe fortificata nei tempi duri.

Sapeva che Dio aveva fatto ogni cosa bella a Suo tempo.

E il mondo ne è sbalordito e le offriva l’opportunità di parlare di Lui.

Cristo, il Principe di Pace è venuto sulla terra, e per questo possiamo essere operatrici di pace in un mondo caduto.

Generatrici di pace.

Annunciatrici di Buone Notizie.

Portatrici di speranza.

Ai Suoi piedi,

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